Può esistere l’amore nel ventunesimo secolo?

11.02.2025
Quante volte ci capita di vedere un video di una coppia innamorata che si scambia dei regali sui social, o di avere l'irresistibile istinto di postare una storia su instagram per attirare l'attenzione dell'altro, o di finire per litigare via whatsapp a causa di un'incomprensione?

Questi sono solo pochi esempi di comportamenti che si innescano nelle persone a causa dei rapporti a distanza , ma ognuno di questi è prova di insicurezza, di incapacità nel costruire dei rapporti reali e onesti. 

Se i social nascono per essere un mezzo di comunicazione veloce tra esseri umani, ad oggi hanno la capacità di distruggere gli stessi. Uno dei primi meccanismi a distruggere l'autostima personale e le relazioni già costruite è la fruizione di video che mostrano una realtà 'perfetta', intoccata dai problemi della vita reale. 

Questi sono in grado di farti dubitare del tuo amore e soprattutto di dubitare della qualità dell'amore che ricevi. L'amore diventa immediatamente non più un patto non scritto di complicità e comprensione ma di offerta e guadagno , i quali aggrappandosi all'ideale di 'standard' portano inevitabilmente a chiedersi se quello che viviamo è abbastanza o c'è qualcosa di meglio ad aspettarci lì fuori. Il capitalismo si è infiltrato anche nei meandri più intimi della società, ed è l'esempio alla base della nuova concezione di amore, nella quale si può sempre avere qualcosa di meglio che ci aspetta, nella quale non valga la pena aspettare un'altra persona in quanto questa sostituibile. Ma dovremmo riconoscere che l'amore non è un legame basato su dare e ricevere, ma è qualcosa di più profondo, che affonda le sue radici nelle prime conversazioni, nelle prime battute, nelle risate e nelle mani intrecciate; nei primi baci, nella paura di perdersi e nella tenacia di rincorrersi.

Vediamo ovunque visi contenti, relazioni perfette di coppie altrettanto perfette: lui alto e robusto, lei esile e bassa, lui che la passa a prendere in macchina, le loro serate al ristorante, i fiori che lui le ha regalato e l'anello che lei ha ricevuto. Ma è veramente così importare dare, ricevere, dare, ricevere, se nel nostro cuore non è semplicemente il loro sorriso a rallegrarci? È davvero così importante ricevere la colazione il giorno del tuo compleanno se poi accanto a te hai una persona perdutamente innamorata di te che ti prepara il tuo pasto preferito, nel tuo posto preferito e con le tue persone preferite? È davvero più importante sembrare di essere felici che esserlo davvero? I social non colpiscono solo la vulnerabilità delle coppie ma anche degli individui, i quali talora mettono a paragone il loro aspetto con quello delle persone che vedono scrollando su tiktok, talora si chiedono perché il proprio partner fruisca di contenuti pornografici.

Ma l'amore, ragazzi, non lo possiamo quantificare dai baci che riceviamo o dai complimenti che ci vengono indirizzati, e di certo vedere un viso e un corpo potenzialmente attraenti non distruggeranno quel legame profondo e indistruttibile che lega due anime innamorate. E anche gli altri mezzi di comunicazione di messaggistica, i quali dovrebbero essere il nostro strumento per costruire legami solidi e duraturi, sono sempre più spesso pretesto di insicurezza e odio, di sfiducia e timore.
Soffermarsi per ore su un like, un messaggio inoltrato o mai ricevuto, innescano in noi un circolo vizioso nel quale siamo costantemente alla ricerca di conferme e di dimostrazioni a sufficienza che ci facciano capire che dall'altra parte c'è interesse, ma qual è la soglia che delinea interesse e disinteresse? Amore o tradimento? Siamo così ossessionati dalla ricerca di perfezione da perderci il vero significato della parola amore.

A cura di: Luisa Izzo 

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