Tu insegui un sogno disperato

12.03.2025
"Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."
 
Questo concetto di Luigi Pirandello nonostante sia stato elaborato nel 1909 è piuttosto attuale; spesso si ha paura di mostrarsi, di essere se stessi che fondamentalmente è un concetto semplice.


“Stare bene con noi stessi e con l'ambiente circostante”
Ma perché capita di porre dei muri, di nascondere la vera personalità di ognuno?
Ciò succede poiché fin da piccoli si è abituati ad essere circondati da persone adulte ,che cambiano in modo irreversibile i nostri pensieri e il modo nel quale gestiamo le cose, che giudicando altre persone indirettamente ci impartiscono dei concetti che noi incameriamo e che facciamo nostri e si impara classificare le persone e classificare se stessi in base a come ci si comporta; nonostante non ci facciano del male o non diano fastidio alla nostra esistenza, tutto ciò durante il periodo dell'adolescenza, periodo di cambiamento interiore, tendiamo a porre dei limiti per la paura di essere percepiti come ci percepiamo noi: quando si diventa adulti risulta difficile interfacciarsi con le persone poiché non si ha un'identità definita ma una personalità costruita da maschere e da muri che non sono mai stati abbattuti per la paura di non essere perfetti, di fallire.
La stessa paura di fallire è dovuta alla concezione che esso sia una catastrofe e ciò ci divora.

Una delle maschere più adottate infatti è quella della "perfezione" e spesso la persona che l'adotta ha paura di farsi vedere debole e quindi si mostra infallibile, superiore, sperando che gli altri in questo modo riescano a stimarla e a reputarla superiore, perché lei stessa si sente debole.
 "C'è un abisso tra ciò che sei per gli altri e ciò che sei per te stessa" celebre frase di Ingmar Bergman nel suo film persona (Monologo ripreso da Marracash nella sua canzone BODY PARTS-I denti.).

La realtà è che siamo tutti in costante lotta con noi stessi e con le maschere che indossiamo per proteggere le nostre “debolezze”: la paura di non essere accettati, di non soddisfare le aspettative altrui o di non riuscire a raggiungere una perfezione che, di fatto, non esiste, ci spinge a costruire muri invisibili tra noi e gli altri che sono difficili da abbattere.
 
Ma questi muri non fanno altro che isolarci e impedirci di vivere serenamente e autenticamente. 

Solo attraverso l'accettazione del fallimento, delle nostre debolezze e della nostre imperfezioni, possiamo iniziare ad abbattere le maschere e finalmente mostrare il nostro vero volto. 
 Solo così riusciremo a connetterci veramente con gli altri, a smettere di nasconderci dietro ciò che non siamo e a connetterci con ciò che siamo davvero. Perché, come Pirandello e Bergman ci ricordano, la vera libertà sta nell'essere sé stessi, senza paura di mostrarsi per ciò che si è.

A cura di: Chiara Marra.  

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