La Liberazione

Nel 25 aprile del 1945 le forze partigiane hanno sconfitto i nazifascisti, liberando il suolo italiano. Nel 25 aprile del 1945 l'Italia ha toccato con mano la libertà, ha visto un futuro fatto di diritti, possibilità, scelte, e non più uno fatto di oscurantismo, censura e falsa propaganda.
Mussolini, dopo aver tentato la fuga con la sua compagna, venne trovato dai partigiani, giustiziato con colpi d'arma da fuoco e esposto appeso a testa in giù a Piazzale Loreto, a Milano, come simbolo di umiliazione, disonore e annullamento del suo potere anche nell'aldilà.
Ma oggi, questa festa, è costretta a subire "ridimensionamenti", non può essere festeggiata con manifestazioni, non può essere celebrata da monologhi in diretta nazionale o da discorsi in piazza con "Bella Ciao" in sottofondo. Il motivo? Si tratta, secondo alcuni, di una festa "divisiva", "non rappresentativa di tutti gli italiani".
Negli ultimi decenni, soprattutto da parte di esponenti della destra italiana, ci sono stati diversi tentativi di oscurare o "rivedere" il significato del 25 aprile. Alcuni politici hanno provato a trasformare la Festa della Liberazione in una generica "festa della pace" o della "riconciliazione", svuotandola del suo vero significato storico: la vittoria contro il fascismo e il nazismo.
Nel 25 aprile 2024, ad esempio, in diretta nazionale su Rai3 avrebbe avuto il suo posto nella trasmissione "Che sarà…" un monologo, scritto da Antonio Scurati, finalizzato al ricordo della morte di Giacomo Matteotti e alla celebrazione di una festa così importante.
La reazione della Rai? Una censura.
Il monologo non andava letto, per problemi economici, mica per motivi culturali.
La Reazione della conduttrice Serena Bortoni? Leggerlo lo stesso, riservagli una parte della trasmissione, e, in seguito, ricevere anche un provvedimento di disciplinare per non essersi attenuta alle regole imposte dal direttore Rai. Se questa non è censura mi chiedo cosa lo sia.
Nel 21 aprile 2025 papa Francesco, all'età di 88 anni, è venuto a mancare, ma i giorni di lutto nazionale proclamati non sono stati 2 o 3, come per tutti i papi prima di lui, ma 5. 5 giorni di lutto nazionale proclamati dal Consiglio dei ministri, su proposta del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Potremmo ingenuamente credere che questi 5 giorni non siano per forza in relazione con gli imminenti festeggiamenti del 25 aprile, ma poi il ministro Nello Musumeci ha invitato chiunque avesse l'intenzione di festeggiare a farlo con "sobrietà, tenendo conto del contesto e della circostanza imposta a ciascuno". Quindi comizi cancellati e cortei annullati, nessuna manifestazione, niente scendere in piazza nel nome di un momento fondativo della Repubblica. E le ripercussioni sono state evidenti: la Lombardia si è dimenticata di fare programmi per la festa della Liberazione, il sindaco di Domodossola ha deciso che il tradizionale corteo non era più necessario, a Trieste il comune guidato da Domenico di Piazza ha negato il patrocinio alle iniziative del 25 aprile, a Cesena il concerto dell'istituto musicale cittadino è saltato per lasciare spazio ad un'importante celebrazione religiosa per ricordare papa Francesco, e ancora commemorazioni ridotte e manifestazioni annullate ad Ancona, a Foligno, a Cinisello Balsamo, a Genazzano, a Ponte San Nicolò, a Orbetello, a Legnano; a Romano di Lombardia è stato imposto perfino il divieto di cantare "Bella Ciao", simbolo della resistenza.
Allora sì che Disobbedire diventa Necessario. Allora sì che ci rendiamo conto la destra salda al governo non è la destra rispettosa, tollerante e democratica, ma quella che tramite la violenza verbale e fisica, la censura e l'oppressione vuole imporre la sua visione politica.
E noi? Dovremmo avere paura? No. Non dovremmo averne. Non dobbiamo averne perché anche se il fascismo dovesse tornare, picchiare e ammazzare chiunque si ponga contro di lui, con lui tornerebbe anche la Resistenza: un'infinità, una moltitudine di persone, tutte diverse fra loro, ma unite da uno stesso unico ideale: la Libertà.
Il 25 aprile, festa della Liberazione, oggi, andrebbe festeggiato più che mai.
E questo lo sa anche Lorenza Roiati, commerciante di Ascoli Piceno, è stata identificata per ben due volte dalla polizia. Il motivo? L'aver affisso, senza violare alcuna regola, uno striscione antifascista in onore del nonno partigiano:
"25 Aprile, buono come il pane bello come l'antifascismo"
La donna ha ricevuto addirittura delle ripercussioni: ulteriori striscioni minatori che recitavano frasi di stampo fascista, come "Da quel forno un tale fetore che diventa simpatico anche il questore".
Anche la segretaria del PD Elly Schlein ha espresso tutto il suo sdegno, parlando di un insulto rivolto verso chiunque si identichi come antifascista in base ai principi della Costituzione.
In quanto giovani consapevoli della realtà che ci circonda ci chiediamo come sia possibile che al giorno d'oggi tutto questo sia possibile. Ma ci impegneremo sempre a lottare per il cambiamento.
"Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce"
- Giuseppe Ungaretti
A cura di: Serena di Girolamo e Claudia di Domenico