Il Raccontastorie - il mito di Apollo e Dafne

La mitologia greca è la raccolta e lo studio dei miti che appartengono alla cultura degli antichi greci e che riguardano, in particolare, i loro dei ed eroi. Gli studiosi ancora oggi studiano e analizzano i miti nel tentativo di fare luce sulle funzioni politiche e religiose dell'antica grecia e, in generale, di tutta l'antica civiltà greca.
La mitologia consiste in raccolte di storie dal fascino intramontabile, storie di guerre, d'amore, d'odio di vendetta e di culture antiche che ancora oggi noi studenti studiamo tra i banchi di scuola, ma la mitologia greca dalle origini ancora non del tutto certe non è solo un semplice argomento che si studia a scuola ma è anche un modo per riflettere perché le loro morali risultano molto attuali e perfette per portare alla riflessione le giovani menti.
L' Imperatore e filosofo romano Flavio Claudio Giuliano L'Apostata, l'ultimo imperatore pagano che governó Roma, disse nella sua opera "filosofia e filosofi" :
"Ciò che nei miti si presenta inverosimile, è proprio quel che ci apre la via alla verità. Infatti, quanto più paradossale e straordinario è l'enigma, tanto più pare ammonirci a non affidarci alla nuda parola, ma ad affaticarci intorno alla verità riposta."
Oggi noi raccontastorie servitori della dea Calliope narriamo il mito di Apollo e Dafne insieme a qualche spunto di riflessione da approfondire:
"Dopo aver ucciso il serpente Pitone, Apollo si senti particolarmente fiero di sé, perciò si vantò della sua impresa con Cupido, dio dell'Amore, sorridendo del fatto che anche lui portasse arco e frecce, ed affermando che quelle non sembravano armi adatte a lui. Cupido indignato, decise allora di vendicarsi: colpi il dio con la freccia d'oro che faceva innamorare, e la ninfa, di cui sapeva che Apollo si sarebbe invaghito, con la freccia di piombo che faceva rifuggire l'amore, per dimostrare al dio di cosa fosse capace il suo arco. Apollo, non appena vide la ninfa chiamata Dafne, figlia del dio-fiume Peneo, se ne innamorò. Tuttavia, se già prima la fanciulla aveva rifiutato l'amore, dedicandosi piuttosto alla caccia come seguace di Diana, essendo stata colpita dalla freccia di piombo di Cupido, quando vide il dio, cominciò a fuggire. Apollo iniziò allora ad inseguirla, elencando i suoi poteri per convincerla a fermarsi, ma la ninfa continuò a correre, finché, ormai quasi sfinita, non giunse presso il fiume Peneo, e chiese al padre di aiutarla facendo dissolvere la sua forma. Dafne si trasformò così in albero d'alloro prima che il dio riuscisse ad averla, egli, tuttavia, decise di rendere questa pianta sempreverde e di considerarla a lui sacra: con questa avrebbe ornato la sua chioma, la cetra e la faretra; ed inoltre, d'alloro sarebbero stati incoronati in seguito i vincitori e i condottie"
Dal punto di vista psicologico, la storia di Apollo e Dafne può essere letta come una riflessione su vari temi, come il desiderio, l'identità e il conflitto interiore.
All'inizio del testo possiamo già riscontrare la prima caratteristica di Apollo: dopo aver ucciso il serpente Pitone, egli si sentiva superiore agli altri, un po' come una persona che, al giorno d'oggi, dopo aver raggiunto il successo, si abbandona all'autocelebrazione. Nel seguito della storia, Apollo potrebbe rappresentare una fase narcisistica dell'ego, in cui, sentendosi invincibile, non riconosce le forze emotive e relazionali, come l'amore e il desiderio. Era sopraffatto dall'idea di essere il più forte e di poter ottenere qualsiasi cosa desiderasse. Successivamente, l'amore appare come una forza incontrollabile, quando Apollo viene colpito dalla freccia d'oro di Cupido, che lo fa innamorare follemente di Dafne, ma il suo desiderio non è ricambiato: questa caratteristica può essere riconosciuta in alcune esperienze amorose di ognuno di noi.
D'altra parte, Cupido, con la sua decisione di "vendicarsi" di Apollo, che lo aveva sminuito, dimostra il suo potere, scoccando una freccia dal suo arco e condannando Apollo a innamorarsi follemente di una persona che non lo ricambia.
Infine, troviamo Dafne. Pur essendo una figura passiva all'interno della storia, che rifiuta l'amore incondizionato di Apollo, ella desidera sfuggire a tale amore e, per farlo, si trasforma in un albero.
Questo gesto rappresenta un atto di autodifesa, una reazione a un desiderio sproporzionato o a un'oppressione.
Se riflettiamo su questa narrazione, possiamo notare che le caratteristiche dei personaggi e i loro comportamenti sono in un certo senso legati alle nostre esperienze.
Per esempio, l'oppressione che una donna può subire da un uomo che non desidera e che, nonostante ciò, la condanna per qualcosa che non ha mai cercato.
Oppure, quando le persone continuano a ribadirci che le loro capacità sono superiori alle nostre, entra in gioco la nostra psiche, che reagisce in modo diverso, assumendo una forma di attacco e sfida, cercando di dimostrare di essere migliori o, a volte, semplicemente all'altezza; il mito parla di vulnerabilitá di amore non corrisposto, ci insegna che non bisogna mai sfidare troppo gli altri e che l'amore lascia un segno nei secoli come la foglia d'alloro.
Ma che ruolo ha l'alloro all'interno del mito? Per gli antichi l'alloro, pianta sempreverde, poteva avere il significato di vita perpetua: Dafne prosegue la sua vita anche dopo l'incontro con Apollo. Il mito affronta la vulnerabilità degli dei, che cedono all'amore ma anche irascibilità e vendetta facendo evincere anche una parte umana negli dei che i greci consideravano superiori. Ci insegna che nonostante si possa incontrare un amore non corrisposto non bisogna perseguirlo con violenza e di rispettare le scelte dell'altro al costo di soffrire molto ma anche a prendersi cura dell'amore e di custodirlo come un bel ricordo in ogni caso. Apollo desiderio umano, il potere l'arroganza la carnalitá dell'amore mentre Dafne simboleggia l'innocenza e la libertà piú pura quella parte dell'amore fatta di gesti delicati e gentili.
Questa storia narra al contempo dell'orgoglio di Cupido che sentendosi ferito da Apollo decide di ricorrere alla vendetta anche se spesso non è la cosa migliore da fare perché può compromettere la vita anche di altre persone come la vita di Dafne spaventata e ripugnata da colui che la bramava. La vendetta si sa è un piatto che va servito freddo ma bisogna ricordarsi di non far freddare anche i piatti degli altri poiché non tutti meritano un piatto freddo. L'arroganza e l'orgoglio sono due mostri che combattono sono luce e buio sono caldo e freddo sono nero e bianco un contratso accecante che porta spesso a conseguenze disatrose.
La storia di Apollo e Dafne non è solo una narrazione che si può leggere attraverso i libri, ma anche attraverso opere artistiche realizzate secoli fa, che hanno lasciato un'impronta indelebile nel patrimonio artistico italiano.
Un esempio è Gian Lorenzo Bernini, con il suo gruppo scultoreo, probabilmente il più famoso legato a questa storia. Si tratta di un vero e proprio capolavoro, che cattura l'intensità emotiva e il conflitto tra Apollo e Dafne, evidenziando il dolore che provano entrambi. Bernini riesce cosi a trasmettere la complessità delle emozioni umane, che non sempre vengono comprese appieno…
"L'arte è il riflesso dell'anima in movimento, dove il desiderio e il rifiuto si intrecciano in un eterno conflitto."
A cura di: Chiara Marra e Martina Legorano