Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla

La giornata viene anche chiamata Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla ed è dedicata all'anoressia, alla bulimia e agli altri disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Il simbolo del Fiocchetto Lilla ha origine in America e rappresenta da più di 30 anni la lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie caratterizzate da un' alterazione delle abitudini alimentari e da un'eccessiva preoccupazione per il peso e per le forme del corpo. Insorgono prevalentemente durante l'adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile. I comportamenti tipici di una persona che soffre di un Disturbo del Comportamento Alimentare sono: digiuno, restrizione dell'alimentazione, crisi bulimiche (l'ingestione una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia), vomito autoindotto, assunzione impropria di lassativi e/o diuretici al fine di contrastare l'aumento ponderale, intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso. Alcune persone possono ricorrere ad uno o più di questi comportamenti, ma ciò non vuol dire necessariamente che esse soffrano di un disturbo alimentare.
I principali Disturbi del Comportamento Alimentare sono l'Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa; altri disturbi sono il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (o Binge Eating Disorder; BED), caratterizzato dalla presenza di crisi bulimiche senza il ricorso a comportamenti di compenso e/o di eliminazione per il controllo del peso e i Disturbi Alimentari Non Altrimenti Specificati (NAS), categoria utilizzata per descrivere quei pazienti che, pur avendo un disturbo alimentare clinicamente significativo, non soddisfano i criteri per una diagnosi piena.
Soffrire di un disturbo alimentare sconvolge la vita di una persona; sembra che tutto ruoti attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili se non impossibili e motivo di forte ansia, come andare in pizzeria o al ristorante con gli amici o partecipare ad un compleanno o ad un matrimonio. Spesso i pensieri sul cibo assillano la persona anche quando non è a tavola, ad esempio a scuola o sul lavoro terminare un compito diventa difficilissimo perché sembra che ci sia posto solo per i pensieri su cosa si "debba" mangiare, sulla paura di ingrassare o di avere un'abbuffata. Solo una piccola percentuale di persone che soffre di un disturbo alimentare chiede aiuto. Una caratteristica quasi sempre presente in chi soffre di un disturbo alimentare è l'alterazione della propria immagine corporea che può giungere a configurarsi in un vero e proprio disturbo. La percezione che la persona ha del proprio aspetto, ovvero il modo in cui nella sua mente si è formata l'idea del suo corpo e delle sue forme, sembra influenzare la sua vita più della propria immagine reale. Quando l'autostima è eccessivamente influenzata dall'immagine corporea (forma fisica e peso, ad esempio) le probabilità di cadere nella trappola dei disturbi alimentari aumenta notevolmente. I disturbi alimentari sono infatti legati alla valutazione disfunzionale che la persona fa di sè stessa. Si parla di valutazione disfunzionale quando il valore percepito della persona è fortemente connesso all'ideale di magrezza, al peso e al controllo della propria forma corporea. In pratica la persona sente di valere o non valere come essere umano in relazione all'ago della bilancia che influenza notevolmente il rapporto con il cibo.
ANORESSIA
Una persona anoressica, per quanto possa essere magra, non riesce a convivere con un corpo che le sembra sempre eccessivamente grasso. Il problema del peso diventa talmente importante da farle saltare i pasti spingendola ad abusare di medicinali come lassativi e diuretici mentre persegue un ideale di magrezza irraggiungibile. L'anoressia di solito inizia con una dieta e cela un profondo disagio che la persona tenta di mettere a tacere attraverso un controllo ossessivo delle calorie e del peso.
BULIMIA
Questo disturbo alimentare (bulimia="fame da bue") si caratterizza per un'esasperata assunzione di cibo (una persona bulimica arriva ad ingerire migliaia di calorie in poche ore). A tali abbuffate si susseguono disperati tentativi di sbarazzarsi degli alimenti ingeriti, solitamente tramite vomito autoindotto o attraverso l'uso massiccio di lassativi o diuretici.I sintomi che possono far pensare alla bulimia sono:abbuffate ricorrenti caratterizzate da eccessiva voracità nel consumare cibo e dalla perdita di controllo dell'atto del mangiare;comportamenti di compensazione: il più frequente è il vomito autoindotto, ma alcune persone assumono anche lassativi e diuretici con lo scopo di non assimilare tutte le calorie introdotte con il cibo;preoccupazione estrema per il proprio peso corporeo.
BINGE EATING DISORDER (DISTURBO DA ALIMENTAZIONE INCONTROLLATA)
Chi soffre di questo disturbo alimentare, proprio come nel caso della bulimia, consuma grandissime quantità di cibo.A differenza di una persona bulimica, chi soffre di disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating) non espelle quanto ingerito. A causa di tali abbuffate la persona può essere in sovrappeso grave.Una variante di questo disturbo alimentare, chiamata night-eating sindrome, si caratterizza per anoressia diurna ed insonnia notturna che può essere sconfitta soltanto assumendo grosse quantità di cibo (bulimia notturna).
Ma cosa si prova realmente?Nella società odierna, osserviamo ogni giorno i canoni di bellezza.Su Instagram, TikTok e, infine, anche nelle pubblicità.Per un po', ti cala l'autostima quando osservi quelle linee così definite, quella gabbia toracica ristretta e quella altezza che ci fa sentire bassi pur essendo alti.Una completa distorsione della realtà, che alimenta la chimica del nostro cervello.Sono milioni i ragazzi sparsi nel mondo che ne sono affetti, alla ricerca di salvezza da una "voce".Conosciamo bene questa voce, quella che ti divora, che ti controlla, senza darti una via d'uscita.Come se tutto fosse buio, come se il sole, con i suoi raggi, riflettesse solo sul grasso, e si iniziano a preferire le tenebre. C'è chi come noi, che indossiamo una felpa lunga e un cargo largo, per nascondere ciò che si vuole rimuovere con una lama affilata…
Non è semplice spiegare ciò che si prova, quello che si tiene dentro.
Bensì, iniziamo ad essere attratti dal dolore, da quel controllo, perché forse solo sul cibo riusciamo a sentirci gratificati, pensando che quello sia l'equilibrio.
Quando in realtà, da fuori, chi non ci è mai cascato non comprende come ci si senta.
Fanno delle domande che alimentano il senso di colpa.
Tra amici e parenti, non si sa più dove nascondersi da questo inferno, quando si vuole solo la pace. Ma sappiamo come ci si sente, quando per l'ennesima volta sottolineano quanto hai mangiato, quante calorie devi consumare e, infine, la peggiore: "Quanti strati di grasso hai sulle costole?".
Sappiamo che vorreste gridare, strappare ogni singolo rotolino dal vostro corpo, tagliare la pelle in eccesso, rimuovere ogni imperfezione.
Ma perché ci sottoponiamo a ciò?
Forse è l'unica cosa che ci fa sentire vivi, allentare la rabbia, sfogandoci su noi stessi, svuotare o riempire lo stomaco fino a "sentirsi meglio", nonostante ci sia quella strana espressione, come se sapessimo in cosa ci stiamo cacciando.Ma alla fine, la mamma o il papà che se ne accorgono della situazione, ti portano nell'ennesima clinica, dove una dottoressa ti fa la predica su cos'è l'equilibrio. Seguiti da medici e medici, quando tu vorresti solo gridare: "Adesso basta!".
Ma alla fine, prima o poi, ti entrerà in testa che non sei tu sbagliato, che non è colpa tua se ti accarezzi la gola, se fai esercizi fisici fino a svenire, se ti abbuffi fino a quando lo stomaco non scoppia.Capiamo come vi sentite, ed è per questo che non inseriremo frasi come: "Non siete soli, chiedete aiuto",quando i segnali li avete mandati più e più volte, ma nessuno era lì ad ascoltarvi.
L'unica cosa che dovete fare, è andare con cautela, non sbattere sotto il sole, non mandare segnali, ma gridarli più forte che potete, e iniziare veramente a prendervi cura di voi stessi…Sembrano cose irraggiungibili, vero? Ma quante persone sono uscite dai DCA? Quante? Perché si pensa che non possiamo farcela, che sia solo colpa dell'adolescenza, che non dobbiamo preoccuparci.
Ma carissimi lettori, che pensano che i DCA non siano una cosa seria, vorrei prendere come esempio i milioni di uomini e, per lo più, donne che sono morti a causa dei DCA.È allucinante pensare che un disturbo della mente possa essere solo dovuto all'adolescenza, un periodo che va a formare l'essere umano. Ma fortunatamente molti pazienti affetti da DCA si sono salvati, e che, ad oggi, vincitori di una guerra contro la salute mentale, raccomandano il nostro stesso invito:
"Siete ciò che siete, sappiamo che è difficile, le paure sono tante, il vuoto dentro sembra alimentarsi, ma, un giorno, anche se la strada sarà lunga, paurosa e faticosa, ci arriverete.Noterete che i raggi solari sulla pelle forniscono vitamine, che la moda è per tutti, che esprimere i propri sentimenti non è da stupidi, ma da coraggiosi.Amatevi come amereste gli altri, e arriverete all'ultima fase del processo di guarigione."